di Bonifacio Mariani
Abbiamo
vissuto gli istanti della primissima reazione: Impossibile. La immediata ricerca
di conferme, la sorpresa, lo sgomento, il dispiacere. Benedetto ha veramente
annunciato che lascerà.
Da
tutto il mondo sale il moto della stima, del rispetto, del ringraziamento, del
sostegno affettuoso, della preghiera. La conoscenza di Joseph Ratzinger, così
come abbiamo potuto maturarla nel corso degli anni, ci permette di avere di lui
una fiducia assoluta. Ha delle solide ragioni, che solo lui conosce.
L’atteggiamento più giusto è quello di accogliere con piena convinzione le sue
dichiarazioni. Forze che non ci sono più, amore della Chiesa.
La
scelta è storica, inattesa, fuori di ogni realistica previsione. Impossibile,
al momento, prevederne le conseguenze, coglierne tutta la pregnanza. Siamo cresciuti,
nell’immediato post-concilio, tra molte difficoltà, cambiamenti, e per tanti ci
fu l’aiuto dei suoi libri, una ricchezza inaspettata.
Con
questa “familiarità”, liberi da ogni cliché di moda e da superficiali luoghi comuni,
abbiamo potuto accogliere con gioia la sua elezione al soglio pontificio,
aggiungendo ai forti sentimenti per Giovanni Paolo II il sorriso e il sollievo
per questo grande successore.
Abbiamo
seguito attentamente tutto quello che ha scritto, come una riserva per l’anima,
come un magistero permanente da cui trarre orientamento, per alimentare la fede,
per orientare la riflessione e l’azione pastorale. Abbiamo seguito le sue
scelte, i suoi viaggi, la sua capacità di reagire con fede in ogni circostanza,
con amore assoluto verso la Chiesa.
Tutto
questo non cesserà. Fatta la rinuncia al ruolo di sommo pontefice, rimane
l’uomo, lo studioso, il credente, il sacerdote, il vescovo emerito, l’orante.
Vivremo
una nuova situazione, del tutto inedita: avremo un nuovo papa, l’unico papa, il
nuovo vescovo di Roma, ma ci sarà ancora la presenza preziosa del vescovo
emerito di Roma. La ricchezza nuova, il nuovo successore di Pietro, senza perdere
irreparabilmente la presenza e il contributo di un padre, un prezioso compagno
di cammino. Almeno finché le forze lo sosterranno e una buona salute vorrà
conservalo a tutti noi.
Questa
nuova situazione, in qualche modo, porta in primo piano e mette in risalto
l’importanza della sede di Roma, del vescovo di Roma, e del suo ruolo per e
nella Chiesa universale.
Gratitudine
e affetto, dunque, per chi è stato presente e importante nel cammino della
nostra vita, ammirazione per il coraggio dimostrato, ma soprattutto per la
motivazione: il bene della Chiesa, che scaturisce da un amore maturo, totale,
speriamo non velato da alcuna incomprensione. Amore per la Chiesa, di uno
spessore e di una forza incalcolabili, persino incomprensibili per chi non ha
pari amore, né pari donazione, né pari fede.
Nei
prossimi giorni, nei prossimi mesi, conosceremo la nuova situazione creatasi
nella Chiesa, potremo vederne e valutarne tutti gli aspetti. Ma adesso, con
certezza, possiamo dire: Grazie, Benedetto!
Nessun commento:
Posta un commento